È tempo di bilanci, quella usuale forma di definire un anno di mercati finanziari con la sintesi di un numero. E in effetti, il 2019, nonostante i tanti elementi di preoccupazione di politica internazionale che lo hanno contraddistinto,(gilet jaunes a Parigi, tensioni di Hong Kong, screzi commerciali tra USA e Cina e Brexit), è stato un anno, almeno sui mercati finanziari, eccezionale.
Ma come? Ma non c’era la crisi, la recessione ormai prossima, il PIL in picchiata?..
La Borsa ha le sue ragioni, che la ragione non conosce..(semi cit.)
Più prosaicamente, il 2019 ha bilanciato l’annus horribilis 2018, con una pioggia di rialzi “a doppia cifra” che ha davvero interessato tutti i mercati del mondo: dal +29% del mercato (S&P 500) americano, al +23% dell’indice europeo, dal +36% del mercato cinese, seppur bersagliato dai dazi americani, fino al +31% del mercato brasiliano o il +28% del mercato russo. Un trionfo insomma. E la povera Italia?.. sembra incredibile a dirsi, ma nonostante tutti i nostri problemi di politica interna, chiunque avesse investito con coraggio sull’azionario italiano, avrebbe portato a casa un guadagno del +28%.
Ma le belle notizie non finiscono qui. Anche per chi fosse stato più prudente, guadagni si sono registrati, seppur ridotti, anche nel comparto obbligazionario, (sia che governativo “core” di Germania e Stati Uniti e sia periferico della zona Euro, ma anche obbligazionario societario per tutti i livelli di merito creditizio). Persino l’oro è salito e il petrolio è salito del 27%.
Un anno eccezionale, dunque, nel vero senso della parola, difficilmente ripetibile, ma che lascia prospettive buone per il 2020. Cosa è successo allora? Semplicemente, a mio vedere due cose. La prima è stata certificata dai numeri: l’economia è sì in rallentamento, ma non in una spirale recessiva, come si era temuto e ci si era adeguati per tutto il 2018. La seconda è nell’uso delle parole. Le Banche Centrali (soprattutto l’americana FED) hanno capito l’importanza di certe affermazioni, almeno sui mercati, e sono diventate molto più attente a quello che dicevano e come lo dicevano. A quando una prova di maturità, in tal senso, anche in Italia?
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