Avevo preso l’impegno di non scrivere più su Giuseppe Conte, il Presidente di tutti i consigli, purtroppo mantenere questa piccola promessa non è facile, gli eventi incalzano. Non scrivo però per annotare qualche troppo facile e impietosa ironia su di lui, che cavalca il destriero del grande statista, credo che sul caso della Libia, esploso ieri, non sia opportuno. Scrivo per una breve riflessione sullo stato in cui versa l’Italia ad opera anche del grezzo dilettantismo dei suoi governanti, e della rappresentazione che dà di sé, nei suoi schieramenti politici. Un elemento che colpisce è il silenzio del Pd su tutta la vicenda, Pd pur sempre erede di qualcosa di serio, pronto a combattere sulla sugar-tax, non sullo svilimento internazionale della propria nazione. Un silenzio tombale, sul discredito dell’Italia, di un partito che semplicemente non c’è più. Il ministro degli esteri pentastellato, di cui non amo ricordare il nome, è lì al tavolo del Cairo, sorridente, jena ridens mi capitò di definirlo, mentre il premier libico, che non è certo uno stinco di santo, ma riconosciuto dall’Onu, viaggia diritto verso Tripoli, evitando anche solo di sorvolare Roma. E Conte abbraccia e bacia Haftar che proprio oggi ha rifiutato la proposta di tregua. Ondivago è dir poco.
Da che cosa deriva questo stato di cose? Dalla caduta verticale della Politica, annegata in un pozzo dove è sempre più difficile scorgere il fondo. Forse non c’è più questo fondo, si tratta di una caduta libera verso il basso, dove si forma una palude livida, gelatinosa. Si immagina di poter dire qualsiasi cosa, armati, nel caso, di bolsa retorica, vociare nel vuoto, senza i vincoli della realtà, mentre vicino alle nostre coste si muore e si fa guerra. E nell’orizzonte della nuova geopolitica, Russia e Turchia si spartiscono la Libia.
L’Italia sta diventando un caso a parte, anche in una Europa aggredita dall’indifferenza e dall’emarginazione. Nel nostro tessuto civile, si è innestato un virus terribile, banale, ma indistruttibile, resistente a ogni terapia, e trascina tutto con sé. Buon senso, cultura, idee, senso di responsabilità, serietà della Politica, capacità di governo, tutto annegato nella chiacchiera, tutto sparito. Un po’ da tutte le parti, per cui non si vede luce.
(L’articolo, con il consenso dell’autore, è ripreso dal sito www.ragionepolitica.it)
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