Hanno promesso mari e monti: il popolo avrebbe guadagnato, la casta avrebbe pagato. Sono stati mesi di fuochi d’artificio verbali, di dichiarazioni roboanti: la pacchia era finita!!
Robin Hood si era materializzato nella politica italiana, aveva conquistato il governo: i ricchi dovevano tremare, i poveri avrebbero tutti guadagnato,
A partita in corso, vediamo quali sono i risultati parziali, partendo dal fisco.
Non saranno tutti ricchi, ma sicuramente non si trovano poveri tra le 400.000 persone ( e cresceranno da qui al 30 di aprile) che hanno presentato domanda di rottamazione delle cartelle esattoriali: con un robusto sconto, si liberano delle pendenze con l’agenzia delle entrate. Di sicuro ci saranno situazioni di vera ed oggettiva difficoltà, di persone che senza colpa non hanno potuto adempiere al pagamento delle tasse ma dubitiamo francamente che siano la maggioranza…
Questi sono i vincenti: i perdenti è la massa anonima di dipendenti soggetti alle trattenute alla fonte cui non è stato consentito di non versare al fisco anche se versavano nelle stesse condizioni di difficoltà economiche di chi si è potuto permettere di usare il denaro non versato per le proprie esigenze. Alla barba del principio di uguaglianza dei cittadini.
Secondo capitolo è rappresentato dalla introduzione della flat tax.. , che prevede per gli autonomi – professionisti o imprenditori – la tassa piatta al 15%, sostituiva dell’imposta sul reddito, delle addizionali regionali e comunali e dell’Irap con innalzamento della soglia dei ricavi a 65mila euro. Una seconda fase del forfait è anch’essa delineata dalla legge di Bilancio ed entrerà in vigore nel 2020, quando all’attuale imposta sostitutiva del 15% se ne aggiungerà un’altra. Una tassa piatta del 20% riservata a chi nell’anno precedente avrà conseguito ricavi o percepito compensi superiori a 65mila euro (e fino a 100mila euro).
Che la pressione tributaria in Italia sia troppo alta è cosa ben nota e la sua riduzione è un obiettivo da perseguire: il suo presupposto è la riduzione della spesa pubblica attraverso il perseguimento della sua razionalizzazione e di livelli superiori di efficienza ed efficacia (senza dimenticare l’equità). I tagli della legge di bilancio del nuovo governo sono disastrosi per la politica dello sviluppo, con tagli agli investimenti e riduzione di altre spese per lo sviluppo a partire dall’istruzione.
Si parte tagliando le tasse a chi povero non è sicuramente mentre per i poveri si innalza la no tax area a 8.125 euro: come si finanzia? Se la pagano i poveri, con un taglio al Fondo sociale per occupazione e formazione per 300 milioni.
I poveri questa partita del Fisco la stanno perdendo 0 a 2…
Nessun Robin Hood all’orizzonte
La redistribuzione ai tempi del “governo del cambiamento”. Chi vince e chi perde. Prima puntata sul fisco. I poveri perdono questo round per 2 a 0.
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