Ormai da circa venti settimane, centinaia di migliaia di cittadini hongkonesi – giovani, studenti universitari ma anche appartenenti ai diversi Ordini Professionali e gente comune di ogni estrazione sociale – scendono pacificamente in piazza contro la strategia della Repubblica Popolare Cinese di sottomettere l’Isola di Hong Kong al suo ordinamento giuridico e politico autoritario, contravvenendo di fatto ai Trattati del 1997 con cui la Gran Bretagna poneva fine al suo protettorato ultradecennale e attentando ai democratici che hanno da sempre contrassegnato la cultura politica di quel popolo. L’irrigidimento delle Autorità Locali – emanazione diretta degli interessi del Dragone d’Oriente – verso il diritto alla libertà di espressione e di manifestazione, nonché la minaccia sempre più incombente di un intervento armato da parte di Pechino rappresentano l’ennesimo scenario storicamente cruciale – dopo i fatti di piazza Tienanmen del 1989 o la repressione in Tibet – sul quale si gioca la sfida di Civiltà fra la cultura liberal-democratica europea e occidentale e quella autoritaria e autocratica dei grandi potentati asiatici, Russia e Cina innanzitutto. Si tratta di enormi sfide dalle quali dipenderanno i futuri equilibri geopolitici e la possibilità, delle generazione future, di vivere in società aperte, libere e basate sul rispetto dei Diritti Umani.
Il Circolo di Cultura Politica “Solo Riformisti” chiede dunque alle Istituzioni – comunali, provinciali, regionali – a tutte le forze politiche, alle organizzazioni di rappresentanza degli interessi organizzati, al mondo variegato del Terzo Settore, di discutere e sottoscrivere il seguente appello:
“Dalla caduta del Muro di Berlino ai grandi eventi storici che costituiscono oggi le sfide geopolitiche con le quali siamo confrontati, i dissidenti di ogni regime autoritario e totalitario –– qualunque sia la loro cultura o il loro credo religioso – insegnano al mondo che la libertà è un’aspirazione per la quale si è disposti a donare tutto e senza alcuna esitazione, e che quella di un popolo esiste quando esso abbia l’opportunità di scegliere tra società basate sulla paura e società aperte.
Dare volti e voce ai dissidenti che in queste ore, in questi mesi, stanno manifestando ad Hong Kong; descrivere, riconoscere, analizzare, amplificare le loro parole significa perciò rivalutare noi stessi, e recuperare una bussola in quello scenario di “crisi di valori” di cui oggi si parla spesso a proposito della nostra contemporaneità, e nel quale il destino democratico di ogni Paese è cruciale per la stabilità e la sicurezza internazionale.
Questa è la posta in gioco, assieme alla nostra reputazione e a quella che ne rimane.
Come Europei, dobbiamo uscire dal nostro egoismo cieco e isolazionista, e fare – di coloro che, a costo della vita, combattono per ciò che noi già abbiamo e diamo per scontato – un nostro punto di vista ideale: vivere in sistemi seppur imperfetti, nei quali il patto sociale è regolato dalla libertà di espressione e di manifestazione del proprio pensiero…”
(Edoardo Tabasso)
Lascia un commento