Son tempi duri per chi pretende di avere un programma per il governo del paese che espliciti gli obiettivi che il governo intende raggiungere e consenta ai cittadini di poter misurare il grado di raggiungimento degli stessi.
Il cielo della politica si riempie dei fuochi d’artificio che i protagonisti pro-tempore della politica sparano sempre più alti, più fantasmagorici e rumorosi e sempre meno credibili.
Allora in questo vuoto è consentito a ciascuno provare ad immaginare il programma che riterrebbe più idoneo a promuovere la riprese economica ed il rinnovamento sociale e civile del paese.
Il quadro nel quale dovrebbe collocarsi questo fantaprogramma dovrebbe avere come priorità assoluta le questioni dell’economia e della finanza pubblica: stabilizzare la spesa pubblica al netto degli interessi e promuoverne l’efficienza, accrescere la produttività del sistema economico per ritornare ad una crescita dell’economia più elevata e stabile.
Per questo in un divertissement tutto personale è stato compilato un Decalogo di azioni per il governo: sarebbe di un qualche interesse che anche altri si misurassero in questo esercizio, per verificare quanta consonanza effettiva di obiettivi concreti e di metodi esista tra chi si dichiara riformista.
- Avvio e/o ripartenza delle opere finanziate e non iniziate o sospese (in totale sono circa 120 miliardi fermi!) , dando attuazione anche a disposizioni dello sblocca cantieri per nomina dei commissari straordinari perché non pensare ai presidenti delle Regioni interessate?) accompagnata da accelerazione dei tempi della giustizia amministrativa ed in prospettiva dal nuovo codice dei lavori pubblici;
- Liberalizzazione degli interventi di riqualificazione e recupero del patrimonio edilizio esistente, con premialità volumetriche per edilizia abitativa pubblica e/o sociale e per attrezzature di servizio sociale;
- Approvazione costi standard in sanità calcolato per unità di prodotto/servizio da assumere come benchmark da raggiungere in definito intervallo temporale ed avvio della sua applicazione
- Approvazione dei livelli essenziali di prestazione nella scuola e determinazione costi unitari per studente da assumere come benchmark, accompagnata dal rafforzamento della autonomia scolastica ed avvio della sua applicazione
- Approvazione autonomia differenziata con fase sperimentale decennale a partire da Lombardia, Veneto Emilia Romagna ed a seguire dalle altre regioni che rientrino nei parametri di efficienza predefiniti: sono le regioni a doversi meritare l’autonomia del cui esercizio anche nei risultati finanziari dovranno rispondere agli elettori.
- Accelerazione dei tempi della giustizia civile con interventi sulle procedure anche con rafforzamento riti alternativi e con meccanismi premiali per chi raggiunge i benchmark
- Rafforzamento delle autorità indipendenti contro pratiche monopolistiche e comunque lesive dei diritti dei cittadini
- Implementazione del mercato delle emissioni CO2 d ed applicazione carbon tax con destinazione vincolata dei fondi al potenziamento del trasporto pubblico locale e della mobilità sostenibile
- Sostegno all’occupazione femminile ed alla conciliazione maternità lavoro ed in generale alla famiglia on risorse che possono arrivare dall’interruzione del reddito di cittadinanza
- Integrazione delle pensioni minime e delle indennità di accompagnamento attraverso la destinazione di risorse dalla interruzione di quota 100.
Assieme alla individuazione della priorità dell’azione di governo sarebbe di grande utilità per il paese una moratoria in tema di leggi di modifica costituzionale, di legge elettorale ed elettorato attivo: il Parlamento dovrebbe disporre di un congruo periodo di approfondimento per studiare l’impatto del combinato disposto di queste sul funzionamento della democrazia rappresentativa in Italia.
Non si può procedere per improvvisazioni, non si può valutare la giustezza di una idea in base al numero dei like che riceve sui social o su piattaforme private tutt’altro che neutrali.
Fermatevi a pensare, se volete bene all’Italia.
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