Ironia, suspense, continui colpi di scena, un livello del ridicolo da Premio Oscar: se Alfred Hitchcock fosse ancora in vita, di certo sarebbe rimasto estasiato dalle continue e imprevedibili evoluzioni del caso Brexit.
E probabilmente non avrebbe neppure dovuto faticare più di tanto per il casting di un film per immortalarne le gesta: i politici in questione riassumono perfettamente quel senso del grottesco così magistralmente presente nei suoi film di trepidazione, finzione e intrigo.
Certo, anche nel nostro Bel Paese abbondano aspiranti politicanti che si ispirano “ai maestri inglesi” e vorrebbero emulare le loro gesta, ma per tradizione il nostro cinema è più neo-realista, «pasoliniano», noi amiamo più esibire il nostro dolore per la povertà (prima che venisse debellata ex lege), la nostra disperazione per la cattiva politica.
Non me ne vogliano i sostenitori di qualche nostro ex ministro (a caso) italico, ma seppur riconoscendo dell’innato talento per la gaffe e per la improvvisazione politica, i «nostri ragazzi» devono ancora farsi le ossa, rispetto alla grandezza e all’acume di un premier Britannico che chiude il Parlamento per cinque settimane, interpreta in maniera disinvolta il diritto costituzionale, fa crollare il valore della sterlina ai minimi storici degli ultimi 3 anni e si fa impallinare in diretta tv dal voto traditore dei suoi seguaci più ostinatamente a favore della “Brexit”, tra cui anche suo fratello. Chapeau!, direbbero i comuni vicini di casa.
Un capolavoro politico e mediatico che solo con impegno e perseveranza anche noi, magari, riusciremo prima o poi ad eguagliare. C’è del talento anche qui, va riconosciuto.
E chissà?.. Magari potremo prima o poi esultare per l’impennata dello spread, l’esplosione del debito pubblico, il ritorno a una lira svalutata... Diamo tempo al tempo . Alfred nel frattempo, osserva sornione e divertito.
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