Se durante tutto il secolo scorso l’antisemitismo è stata la principale caratteristica ideologica della Destra in tutte le sue varie espressioni, dai nazionalismi come quello francese fino al nazi-fascismo e ai movimenti eversivi che si richiamavano alle croci uncinate, oggi l’antisemitismo si sta diffondendo sempre di più a sinistra. C’è stata, infatti, in Italia in modo particolare ma anche in Francia, una saldatura tra il tradizionale sentimento anti-ebraico che affonda le sue radici nel Medioevo cristiano, la questione palestinese e l’odio contro lo Stato di Israele, da una parte, e, dall’altra, la presa di posizione nettamente pro Pal e finanche pro Hamas di ampi settori della sinistra radicale e dei movimenti studenteschi.
Così il massacro dei civili israeliani – vero e proprio pogrom antisemita – compiuto il 7 settembre 2023 dai terroristi di Hamas viene celebrato come una forma di resistenza e addirittura come l’inizio di una rivoluzione per la liberazione della Palestina, ovvero per la distruzione di Israele.
La parola d’ordine “Palestina libera dal fiume al mare”, echeggiata in continuazione durante le recenti manifestazioni, significa esattamente questo: che non si riconosce il diritto ad esistere dello Stato Israele, diritto, come si sa, sancito da una risoluzione dell’ONU già nel 1947.
Ma tutto questo trova facilmente una spiegazione, in quanto la presenza di importanti comunità islamiche più ideologicizzate, sia in Italia che in Francia, hanno trovato una sponda nell’antioccidentalismo assai diffuso dalla cultura “woke” negli ambienti universitari e nelle frange della sinistra radicale. Come dire, tutto ciò era prevedibile e in un certo senso ininfluente sul piano politico più generale, trattandosi di manifestazioni molto dannose sul piano dell’ordine pubblico ma che certamente non pongono seri rischi per la tenuta della nostra democrazia.
La faccenda, però, si complica ed assume sfumature più inquietanti quando il maggiore partito della sinistra italiana, tranne alcune singole voci che si sono espresse chiaramente contro il terrorismo di Hamas, continua con la classica politica delle due scarpe: un po’ di qui e un po’ di lì, una critica verso la violenza degli islamisti e una critica verso la politica di Israele, una condanna del 7 ottobre e insieme una condanna della guerra a Gaza. Insomma da che parte sta il Pd non si capisce proprio.
Per non parlare della sua Segretaria che preferisce occuparsi solo delle questioni di politica interna, come se il Medio Oriente, e ovviamente anche l’Ucraina, non riguardassero l’Europa e di conseguenza l’Italia.
Non a caso, alla celebrazione del 7 ottobre tenuta nella Sinagoga di Roma, Elly Schlein non s’è vista.
Assente non giustificata, direi.
.
Lascia un commento